Con i suoi oltre 42.000 abitanti Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza, è una delle città italiane della ceramica in cui la storia di questo materiale ha radici antichissime.
Gli scavi hanno infatti riportato alla luce vasi databili al termine dell’età del bronzo, oltre ad un impianto di epoca romana per la fabbricazione di laterizi e di terrecotte architettoniche.
Il ritrovamento di manifatture quattro – cinquecentesche attive sul sito di quella che diventerà la fabbrica Manardi testimoniano la nascita della vera e propria tradizione ceramica bassanese.
Ma il periodo di massimo splendore per la ceramica di Bassano è il Seicento, proprio grazie alla manifattura dei Manardi, che dal 1669 diventano produttori esclusivi della maiolica in tutto il territorio della Repubblica per una cinquantina di anni. Inconfondibili per la finezza dell’impasto, le maioliche si declinano in mille formati, dai vasi alle scodelle, dalle bottiglie ai piatti, ma anche “sorbetti”, “pignati”, piatti da “capon”, “squelin da caffè”, dai decori elegantissimi dai colori brillanti. Importantissima fu anche la produzione dei classici vasi da farmacia, con la scritta centrale e i decori in azzurro. Alla chiusura di Manardi successe la manifattura Antonino di Nove, impegnata nella produzione di nuovi oggetti, soprattutto d’uso, e decori. Non solo piatti, rinfreschiere e coppe, ma anche candelabri, cornici per specchiere e piastrelle, lavorando ogni materiale: maiolica, porcellane e terraglia. Nell’Ottocento spicca la produzione cosiddetta popolare con omaggi decorativi alle stagioni, alla natura, al lavoro nei campi, ma anche con oggetti come i boccali dedicati e i cucchi, i fischietti in ceramica. Ma non manca uno stile destinato alle famiglie benestanti, riconoscibile da una ricchezza sia plastica che decorativa tipica della produzione bassanese. Con le fabbriche Marcon, Bonato e Passarin arrivano le celebri zuppiere zoomorfe e fitomorfe, i vasi ornamantali, i centri tavola, specchi, pannelli, ispirati alle opere di grandi maestri del passato.
Tutta la storia della ceramica bassanese da tavola è raccontata nel nostro podcast sui musei di Bassano e Nove, che puoi ascoltare cliccando qui.
Ha un gusto dolce-amaro caratteristico che lo distingue da tutte le altre specie di asparago.
È tenero e non legnoso,di aspetto e odore freschi. Raccolti ogni giorno alle luci dell’alba per garantire la massima qualità del prodotto, dopo la raccolta gli asparagi vengono lavati, puliti e scelti rigorosamente a mano. Vengono poi legati con un succhione di salice detta “Stroppa”. Questa è una caratteristica inconfutabile dell’Asparago Bianco di Bassano. Oltre a dominare le coltivazioni della zona, l’asparago bianco di Bassano è il protagonista della cucina bassanese nei mesi primaverili, in cui si gusta fresco, e nei restanti periodi dell’anno quando viene conservato sott’olio o in salamoia. L’asparago bianco di Bassano è lungo dai 18 ai 22 centimetri, ha un diametro considerevole, l’apice è ben chiuso e si contraddistingue per il sapore dolce-amaro e per la consistenza tenera: queste peculiarità gli hanno fatto ottenere, nel 2007, il marchio di qualità DOP (Denominazione di Origine Protetta). Sono proprio le sue dimensioni che hanno dettato la creazione di pentole e piatti allungati dedicati alla sua cottura o al servizio. Uno dei piatti più amati è anche il più semplice da preparare, ossia: uova & asparagi. Un abbinamento che nasce in campagna e oggi si trova nelle osterie e ristoranti della zona. Il procedimento è presto spiegato. Pelare la parte finale dell’asparago con un pelapatate e fare dei mazzetti da 10 asparagi circa. Legarli con dello spago, fare attenzione nel portare le punte alla pari. Tagliare la parte del fondo dell’asparago 2 cm circa. A parte far bollire in una pentola capiente dell’acqua, salare e immergere i mazzetti in piedi fino a ¾ della loro altezza. Coprire e lasciar cuocere per circa 20 minuti. Cucinare le uova in acqua bollente per circa 5 minuti (in modo che diventino “basote”). Togliere gli asparagi dall’acqua, adagiarli in un piatto, servire 2 uova a persona intere che verranno sminuzzate a piacere, condire con Olio extravergine di oliva, sale, pepe e aceto di vino. Servire su un piatto decorato di ceramica bassanese.
Piatto decorato con motivo a ponticello
Ø cm 28
Cristian Parise
Foto Gruppo Fotografia Aula 21