Prendete una regione come l’Umbria. E provate a fare l’inventario di quante forme e decori ne caratterizzano i suoi classici stili decorativi.
Dalla storia dei suoi quattro centri di antica tradizione ceramica, Deruta, Gualdo Tadino, Gubbio e Orvieto, oltre alle produzioni di terrecotte diffuse sull’intero territorio, ne uscirà un lungo elenco che va dal piatto da pompa, quello che lo sposo donava alla propria sposa per le nozze e viceversa, agli orci in terracotta per la conservazione del prezioso olio di oliva.
Un elenco di oggetti entrati a pieno titolo nella tradizione potremmo dire italiana, oltre che regionale, e in gran parte di uso quotidiano e domestico legato alla cucina.
La caratteristica principale della produzione ceramica di questa regione, con rare eccezioni, è la decorazione. Complessa, storica, dettagliatissima, carica di colori e pennellate sapienti, ancora oggi non ha perso la magia delle sue radici antiche.
Una decorazione che richiede ore di lavoro attento e qualificato, rendendo i manufatti molto pregiati ma altrettanto costosi.
Questo aspetto, unito al gusto più contemporaneo che ci fa desiderare oggetti nuovi, minimalisti, da utilizzare tutti i giorni e da combinare con altri altrettanto moderni, sta alla base del progetto Ceramica Made in Umbria, voluto e realizzato dalla Regione Umbria, Servizio internazionalizzazione del sistema produttivo e finanza d’impresa, con il supporto e la collaborazione di Istituto Italiano Design, Università degli Studi di Perugia, e associazioni di categoria del settore ceramico.
Un progetto ideato per rivedere, valorizzare e rinnovare completamente gli stili decorativi classici della tradizione ceramica locale. L’occhio che ha studiato e rivisitato la tradizione é stato quello di Elisabetta Furin, designer e docente dell’Istituto Italiano Design, e per farlo si è avventurata in un viaggio fra storia e artigianato locale.
La giovane designer ha selezionato e individuato i caratteri salienti della storia artigiana e li ha resi innovativi e applicabili attraverso una impressione sulla ceramica: il decoro infatti, ingegnosamente trasformato in applicazione a rilievo, viene realizzato a stampo ed unito alla forma, con un elevato abbattimento dei costi e dei tempi, nell’ottica di rendere l’oggetto veramente quotidiano, e utilizzabile nella tavola e negli usi di tutti i giorni.
Ceramica made in Umbria ha coinvolto ventuno tra le migliori realtà artigianali del territorio: Biagioli, Bizzirri, C.A.F.F., Carini, Fumanti Aldo, Gialletti e Pimpinelli, L’Antica Deruta, Mod, Mastro Giorgio, Passeri, Peccati, Pericoli Graziano, Pimpinelli, Rampini, Rometti, Sambuco, Sberna, Spigarelli, Torretti, Ubaldo Grazia Maioliche e Vecchia Deruta.
Con ognuna di loro la designer ha lavorato a stretto contatto, per individuare il loro cavallo di battaglia, trasformandolo in un nuovo oggetto dalle caratteristiche ben precise: forme tradizionali, minimalismo contemporaneo dato da una candida monocromia di fondo, decorazione in sovrimpressione sempre bianca, e rivisitazione della destinazione d’uso.
É successo quindi che l’antica brocca da viaggio comparisse in tavola come fiaschetta per l’olio, e il piatto da pompa, la bella Giulia, si appendesse alla parete come specchio, perché la bella Giulia oggi sei tu. La tazza trasformata in mug, il quadrifoglio in portaghiaccio. Si è dimostrato che con il design si può mantenere la tradizione.
La parola d’ordine di ognuno dei progetti é stata modernità, sempre e comunque legata a ricerca storica e maestria artigianale, per meritarsi cosi il brand Ceramica Made in Umbria.
Per approfondimenti storici, e tutte le informazioni sul progetto vi invitiamo al sito ceramicamadeinumbria.it.
Immagini tratte dal libro omonimo.